Apple Music: i 100 migliori album

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OK Computer

Radiohead

12

Una sporca dozzina di tracce, a cavallo tra paura, dissoluzione e ottimismo.

Per quanto altrettanto audaci, innovativi e nervosi, pochi album sono stati in grado di colpire l’immaginario collettivo quanto OK Computer. Un trionfo che, oltre ad annunciare una nuova frontiera nell’esplorazione del rock, esprimeva in maniera articolata il nascente interesse (e la preoccupazione) di fine millennio verso i nostri giocattoli tecnologici. In 12 canzoni sul filo tra terrore e oblio, Thom Yorke appare talmente alienato dalla società che gli gira intorno da desiderare di essere rapito da una civiltà aliena, in modo da poter descrivere il mondo che gli piacerebbe vedere [“the world as I’d love to see it”]. Ridisponendo i suoni del rock’n’roll con ambizione classica, il disco rimane un ciclo di brani dall’inquietante magnetismo, che si rivela una delle espressioni più radicali e necessarie del genere.

Nonostante la carica di angoscia, OK Computer è in fin dei conti un atto di speranza rispetto alla convinzione che l’inesorabile strada del progresso non debba per forza comportare una perdita totale di purezza. Il rimedio al ritmo vertiginoso impresso a ogni cosa è in realtà piuttosto semplice: “Idiot, slow down” [“Rallenta, idiota”], recitano gli ultimi versi di ‘The Tourist’, traccia che conclude la scaletta. Nei decenni trascorsi dal momento in cui il lavoro ha investito i Radiohead del ruolo di nuovi portabandiera del rock, i timori e i disagi che incarnava – cioè quelli relativi a un isolamento sempre più spinto – non hanno fatto che crescere. Le risposte e la fiducia che offriva come appiglio sono però ancora intatte.