Lo straordinario prototipo di un’estetica pop vincente per il nuovo millennio.
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Non appena ANTI ha visto la luce, è stato subito chiaro che non ci trovavamo più al cospetto della Rihanna che conoscevamo. Dopo aver abbandonato la sua storica etichetta e lasciato da parte l’efficace formula che aveva affinato a partire dal debutto del 2005, la cantante era finalmente esente da ogni aspettativa, libera di coltivare un linguaggio profondamente personale e di reinventare i canoni di un moderno immaginario pop da alta classifica.
“Con ANTI, è stata la prima volta che mi prendevo il mio tempo per realizzare un album. È senza dubbio il mio disco preferito, tra quelli che ho pubblicato”.
L’evoluzione dell’artista parte da una vocalità più imponente e audace che mai, capace di spaziare dall’intensità delle inebrianti atmosfere notturne di ‘Higher’ alle fumose visioni di ‘Same Ol’ Mistakes’, rilettura di un pezzo di Tame Impala. Se in ‘Work’ rende orgogliosamente omaggio alle proprie origini caraibiche, con ‘Needed Me’ RiRi regala alle donne l’ennesimo inno all’emancipazione sentimentale, mentre in ‘Sex with Me’ mostra un seducente lato erotico. Tuttavia la stella barbadiana si dimostra anche in grado di rivisitare e aggiornare la tradizione americana, abbracciando il doo-wop anni ’50 in ‘Love on the Brain’ e strizzando l’occhio a Prince con la morbida power ballad ‘Kiss It Better’. Nonostante queste influenze, ci troviamo di fronte a un lavoro contemporaneo e fortemente distintivo, prezioso modello per il pop dominante del ventunesimo secolo.