Il fondamentale e straordinario ultimo atto di un mito del rap anni ’90.
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Nell’arco di una carriera discografica durata meno di cinque anni, 2Pac ha avuto modo di mettere in luce una complessità artistica fuori dal comune, tutt’oggi ineguagliata in campo hip-hop. Se Strictly 4 My N.I.G.G.A.Z. (1993) ne svela il profilo da agitatore politico, Me Against the World (1995) assume i connotati di un diario di stampo introspettivo, mentre il progetto a nome Makaveli, uscito postumo nel 1996, è lo specchio di un carattere fumantino e irrequieto. Le 27 tracce di All Eyez On Me, ultimo album pubblicato in vita nonché lavoro tra i più rappresentativi del genere, sono invece il testamento di un fuoriclasse del gangsta rap, tra le figure predominanti del panorama g-funk anni ’90.
“Avrò sempre l’intenzione di raggiungere un certo standard in termini di empatia e compassione verso un disco, nello stesso modo in cui Pac si approcciava alla musica”.
Nonostante si snodi tra brani strappalacrime profondamente personali (‘Life Goes On’), spinte parentesi a sfondo sessuale (‘What’s Ya Phone #’) e narrazioni evocative (‘Shorty Wanna Be A Thug’), All Eyez On Me è noto soprattutto per episodi sprezzanti come ‘Ambitionz Az A Ridah’ e ‘Picture Me Rollin’’, pezzi in cui una delle migliori penne nella storia della musica abbraccia il proprio lato più audace e combattivo, imponendosi come un’autentica leggenda della scena gangsta.