Apple Music: i 100 migliori album

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Supa Dupa Fly

Missy Elliott

75

Dalla Virginia, un’accoppiata rivoluzionaria dà vita al debutto avanguardistico di una diva rap.

Nel 1997, la rapper Missy “Misdemeanor” Elliott e il producer Timothy “Timbaland” Mosley erano già due tra le più innovative macchine sforna-successi dell’epoca, con all’attivo una lunga serie di pionieristiche tracce R&B di frontiera confezionate per gente del calibro di Aaliyah o delle SWV. Eppure, niente avrebbe potuto preparare il mondo alla prima volta di Elliott nel ruolo della protagonista: un groviglio di rap e cantato che suonava come una passeggiata in una fabbrica di robot difettosi e che la MC presentò in un iconico outfit da dea futurista del funk, letteralmente imbustata in un abito di sacchi della spazzatura gonfiabili.

Il singolo di debutto ‘The Rain (Supa Dupa Fly)’ la catapultò immediatamente nella dimensione della celebrità: gli anticonvenzionali colpi di tosse, le divagazioni melodiche, le pause e le onomatopee funzionarono come porte d’accesso all’olimpo del pop, e il disco nel complesso è pieno di analoghi episodi di espressione radicale. Divertente, aggressiva, capace di procedere a zig-zag tra motivi sensuali, risate ed effetti sonori da cartone animato, si candidava a essere la nuova eroina d’avanguardia dell’hip-hop.

“Non avevamo paura di prendere dei rischi, perché le nostre orecchie non erano abituate a quel tipo di suono. Sentivamo solo quello che stavamo facendo, quindi ci sembrava corretto”.

Missy Elliott

Da parte sua, Timbaland ridefinì i contorni della produzione di settore, creando basi infarcite di cinguettii e risatine, tenute insieme con rullanti e charleston che inciampano e fuggono verso esiti insospettabili. Proprio nella combinazione tra l’involucro sonoro e il brillante approccio di Missy a metà strada tra arte e leggerezza sta il segreto della durevole influenza di Supa Dupa Fly su R&B, hip-hop e musica elettronica.